domenica 19 ottobre 2008

La collezione di cravatte autunno inverno di Veltrony Blair

Finalmente stasera s'è capito perché Veltrony Blair aspirava ad andare d'accordo col Banana e, come sempre, le ragioni più semplici sono quelle che spiegano meglio il perché di certe scelte.

Stasera abbiamo scoperto che di televenditori di cravatte, in Italia, non ne avevamo solo uno in servizio permanente effettivo ma c'era pure la recluta che scalpitava nel camerino.

Impaziente di mostrare la collezione autunno inverno 2008, Veltrony Blair va da Fabio Fazio, l'equilibrista, e si gioca il tutto per tutto: manda al suo paese Tonino mano di Pietra e come i bambini all'asilo dichiara offesissimo con tanto di broncio: è stato lui a cominciare per primo!

Pensate che bello, nel momento in cui l'opposizione dovrebbe essere granitica e coesa, c'abbiamo uno che pensa solo alle manifestazioni oceaniche, al circo Massimo, perché il circo Barnum con la Binetti non era già abbastanza grande.
Il motto di Veltrony sembra essere diventato: in mancanza di un'idea chiara, usiamo quelle confuse degli altri!

Il grande ammiratore di Tony Blair, quello che ha praticamente raso al suolo il partito laburista inglese dopo aver fatto credere a tutti di essere un fenomeno, ambisce a ripercorrere la parabola del suo mentore, con una piccola ma significativa variazione: lui le elezioni non vuole vincerle nemmeno una volta, perché illudere gli italiani del resto? Meglio radere al suolo la sinistra subito, che aspettiamo a fare!

Per fortuna, tra una festa del PD e un'adunata, ha trovato perfino il tempo (e i soldi) di comprare un appartamento a New York e far costruire una scuola in Kenya. L'eclettico autore di "Forse Dio è malato" (ma di sicuro non sta molto bene con la zucca, n.d.r.), ha pensato bene di intitolarla nientepopodimeno che... ai propri genitori.
Forse sul citofono dell'appartamento a New York scriverà "Uolter Kenyatta"?

Ohibò, credo che nemmeno ai tempi di Craxi, fossimo arrivati al culto dei propri parenti nel terzo mondo (e mi scuso col Kenya, non vi preoccupate, di questo passo fra non molto toccherà a voi venire a costruire le scuole qui...fin da ora grazie di cuore).

Finora c'eravamo limitati alle targhe autarchiche in ottone poste a imperitura memoria dal Re Sóla medesimo, come quella stupefacente che celebra la storica riunione della Nato con Putin e compagnia cantante a Pratica di Mare (storica perché lì nacque la leggenda di Romolo e Remolo).
Tremo al pensiero della possibile rappresaglia del Banana, diomio o chi ne fa le veci, cosa ci aspetterà ora, la sua effige scolpita nel cemento dei piloni sullo stretto di Messina? O la statua in bronzo di Mamma Rosa in ogni mensa (come Fantozzi!)?

Le parole profetiche di Nanni Moretti diventano ogni giorno più assordanti.
"Con questi qui non si va da nessuna parte. Siamo destinati a perdere le elezioni per i prossimi 20 anni."

Forse il buon Nanni peccava di ottimismo.

A questo punto lancerei una proposta costruttiva a tutte le forze sane di sinistra:
e se pensassimo alla gnocca piuttosto?

2 commenti:

Ziby ha detto...

Tsk, tsk, Torque.
Invece d'apprezzare la coerenza di Uolter...
Ha detto che l'opposizione non si fa in televisione? E lui giustappunto è andato in televisione.
Miao

Torquemada ha detto...

Zibibbone,
ma io apprezzo moltissimo la coerenza del Uolter, anzi, mi domando a che punto sia il prossimo libro: "Dio sta malissimo, il PD è morto e neanche io mi sento tanto bene".

Dici che ce la farà entro Natale? :-)

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