Donna Maristè era partita bene.
Appena insediata al Ministero della Distruzione, da buona berlusconiana (o da berlusconiana bona?) mise subito le mani avanti.
"Di scuola non ne so niente", dichiarò candidamente, nascondendosi dietro la montatura degli occhiali firmati e il tailleur approvato dalla CEI.
Dopo qualche mese di lavoro, presa confidenza con le telecamere più che con la dura materia, ha cominciato a centellinare sporadiche dichiarazioni, salvo avvalersi della facoltà di non intendere, secondo necessità.
L'ultima perla l'ha sfornata l'altro ieri: "istituiremo corsi intensivi per i professori del Sud".
Va pensiero al corso full-immersion di dialetto milanese al quale viene sottoposto er pantera prima di tentare il colpo gobbo alla Sisal.
Ovviamente non si sono fatte attendere le repliche e in un tentativo di aggiustare la frittata, da brava padana pragmatica ma soprattutto svanita, la ministra afferma (thanks Gisa!):
"E poi pensate che al liceo avevo una insegnante che, anche se era siciliana, era bravissima".
Come dicono a Padova: peso el tacon che'l buso.
Donna Maristé, ascolti un cretino: eviti le telecamere come la peste e se proprio non ce la fa, ci mandi il sottosegretario, li hanno inventati apposta per andare a pigliare gli schiaffi al posto del titolare.
Insomma, come si dice dalle nostre parti, la solita ministra riscaldata.
Applausi.
1 commento:
"Del resto, io puree-ee-ehh non so se si nota, insomma zagajo un po'..."
O anche:
"La mia fraggile esistenza viene invasa da una profonda nostalgia... SPUT!"
Un altro pianeta, non c'è che dire!
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