mercoledì 11 febbraio 2009

Il ruggito del Quagliarello

Siccome non le aveva sparate abbastanza grosse in senato, Quagliarello, non pago, ha deciso di mandare una lettera al Corriere dove spiega che tutto 'sto can can era necessario "pena smarrire il proprio ruolo e la propria nobiltà" (!).


Beh, vorrei rassicurare il senatore, la nobiltà è necessario possederla prima di poterla smarrire. Si informi e vedrà che è come dico io.

Un frullato di parole a caso e luoghi comuni dove spiccano alcune frasi surreali da incorniciare a futura memoria:
"non credo che qualcuno possa stabilire quando una vita è degna di essere vissuta"
"Perché il Parlamento è luogo sacro se si ha rispetto per le idee degli altri, ma anche per le proprie".
"Per questo ciò che è accaduto a Udine mi è sembrato una mostruosità: una esasperazione della libertà che finisce per negare se stessa".
"togliere la vita per mancanza di acqua e cibo non è una morte naturale"

ma soprattutto questa:
"E' un buon inizio per fondare il PdL sulla roccia dei principi anziché sulle sabbie mobili di qualche convenienza occasionale".

hahahahahahahahaha! la roccia dei princípi. Forse ha sbagliato l'accento senatore?
La roccia dei Príncipi voleva dire?

Ma il passo più toccante dell'epistola è senza dubbio quello in cui dice che ieri sera ha finalmente dormito, dopo aver ricevuto un SMS dalla figlia.

Non mi dica senatore, non si chiamerà pure lei Fiorenza?


3 commenti:

gisa ha detto...

Caspiterina, iperTorque, ma perchè non ci appelliamo alla convenzione di Ginevra? In fin dei conti, i diritti umani conteranno ancora qualcosa e le torture non necessarie vanno denunciate. Sto quaquagliariello ha tentato un po' di visibilità la scorsa settimana, quando assieme a quella mezza cicca consumata di Cicchitto aveva tuonato contro Santoro per aver invitato Gioacchino Genchi. Ora la povera Eluana ha, suo malgrado, offerto perle a siffatti porci e ci siamo dovuti sorbire la mortale tortura dei gasparri-mafionani-quaglie isteriche. Da che mondo immondo un simile errore della natura, un deterrente istituzionale così terribile per ogni forma di ragionevolezza, un babbeo ridicolo al limite del surreale andrebbe annoverato tra le armi di spaccamaronimento di massa!

Torquemada ha detto...

Ma veda, insuperabile videofustigatrice, qui secondo me più che convenzione di Ginevra, si tratta di circonvenzione d'incapace. ;-)

Poi bisogna rendersi conto che questi qui sono degli attori di prim'ordine, cioé quando raccontano le balle, sono proprio loro stessi i primi a crederci.

Chissà se questo fenomeno è noto nella letteratura psichiatrica, sarei curioso di saperlo.

gisa ha detto...

Flaubert se ne era occupato nel suo "Dizionario dei luoghi comuni"..;-)

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