sabato 14 giugno 2008

In nome del popolo televisionaro italiano

Siccome, digiaaamogelo, siamo un paese del menga, nonostante il marasma in cui versa, la giustizia italiana deve trovare perfino il tempo di emanare sentenze come quella a carico di Gabriele Paolini, in arte videodisturbatore.

La corte di cassazione ha sentenziato che l'estroverso Paolini, autore del "Berlusconi cornuto!" più famoso della storia della TV, è colpevole di interruzione di pubblico servizio.

Già a definire il TG1 un pubblico servizio, ci vuole un discreto coraggio, ma lasciamo perdere queste pretestuose polemiche verso il canale televisivo ufficioso del Vaticano, leggiamo le motivazioni della singolare sentenza:

"chi si apposta dietro le telecamere in una pubblica via, commette reato anche se è muto, immobile e non gesticola".

Dubito che basteranno le carceri italiane per contenere quella massa di cretinetti che invariabilmente si piazza dietro al giornalista di turno per salutare la mamma e i parenti.

E pensare che quella buonanima di Frajese aveva risolto il problema a modo suo, senza scomodare le toghe che dovrebbero occuparsi di ben altri problemi...



Un calcio nei maroni è per sempre, altro che sentenze della cassazione.

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